La Regione Piemonte è attiva nella prevenzione dei rischi legati al gas Radon. Questo impegno nasce da una consapevolezza: il Radon è un gas radioattivo naturale che può accumularsi negli edifici e aumentare il rischio di tumore ai polmoni, soprattutto in ambienti poco ventilati come seminterrati e piani terra.
Il Radon è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo di sigaretta, secondo l’OMS.In ambienti confinati, soprattutto in locali al piano terra o interrati, il Radon può raggiungere concentrazioni elevate. La normativa italiana (Piano nazionale d’azione per il Radon 2023-2032) impone il monitoraggio obbligatorio in luoghi di lavoro interrati e affida alle Regioni il compito di individuare le aree a elevata probabilità di alte concentrazioni.
Il Piemonte, grazie a un’attività di misurazione avviata dagli anni ’90, si impegna nella caratterizzazione del rischio radon a livello comunale, sia attraverso misure dirette che modelli geolitologici predittivi.
All’inizio del 2023 la Regione Piemonte ha ufficializzato una nuova mappatura regionale del Radon, curata da ARPA Piemonte, che aggiorna la precedente mappa del 2009 adeguandola ai più recenti standard normativi (D.Lgs. 101/2020). La mappa identifica le cosiddette “aree prioritarie Radon”, ovvero i comuni potenzialmente più critici in cui si stima il superamento del livello di riferimento (300 Bq/m³ di concentrazione media annua) in una percentuale significativa di edifici. In Piemonte sono risultati 37 i comuni classificati come aree prioritarie Radon, distribuiti in varie province montane e collinari.
Oltre alle aree prioritarie (definite secondo i criteri di legge), ARPA Piemonte ha individuato un numero più ampio di “aree di attenzione”: 241 comuni piemontesi dove il potenziale di accumulo di Radon è rilevante e meritevole di monitoraggio. La nuova mappa regionale – disponibile sul Geoportale di ARPA – costituisce uno strumento conoscitivo importante per enti locali e cittadini, indicando dove concentrare le azioni di prevenzione e controllo.
L’aggiornamento della mappatura ha avuto immediati riflessi sul piano normativo e sul monitoraggio del Radon in Piemonte. In particolare, per i 37 comuni aree prioritarie sono scattati specifici obblighi di legge: in tali zone è richiesto il monitoraggio obbligatorio delle concentrazioni di Radon nei luoghi di lavoro entro termini prefissati. Questo significa che scuole, uffici pubblici, ambienti sotterranei e in generale i locali a piano terra situati nei comuni prioritari devono essere sottoposti a misurazioni di Radon continuative, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 101/2020. La normativa nazionale stabilisce infatti che, una volta individuate le zone a rischio, i datori di lavoro debbano avviare le misurazioni Radon entro un certo periodo.
Contestualmente, il Piano Nazionale d’Azione Radon 2023-2032 è stato adottato a livello nazionale (DPCM 11 gennaio 2024), delineando la strategia per ridurre il rischio Radon in Italia. Il Piano prevede azioni su tre macro-aree strategiche, tra cui il miglioramento delle mappature, il monitoraggio diffuso e gli interventi di risanamento degli edifici con elevati livelli di Radon. La Regione Piemonte si sta allineando a questo Piano nazionale rafforzando le proprie attività di controllo e prevenzione sul territorio. Ad esempio, ARPA Piemonte fornisce supporto tecnico-scientifico alla Regione per approfondire la situazione del patrimonio edilizio pubblico nelle aree prioritarie e pianificare eventuali interventi mitigativi. Inoltre, sono in corso campagne di misura estese anche oltre i 37 comuni prioritari, grazie alla distribuzione di dosimetri e alla costante raccolta di nuovi dati: ARPA aggiorna periodicamente la base dati Radon con le misurazioni aggiuntive man mano disponibili.
Il Radon è un gas nobile radioattivo naturale, incolore e inodore, generato dal decadimento dell’uranio presente nel suolo e nelle rocce. Pur disperdendosi all’aperto, può accumularsi negli ambienti chiusi a concentrazioni pericolose. Decadendo, il Radon produce elementi radioattivi che, se inalati, possono danneggiare i tessuti polmonari e aumentare il rischio di tumore polmonare. Infatti il Radon è considerato, dopo il fumo di sigaretta, la seconda causa di carcinoma polmonare, ed è classificato dall’OMS nel Gruppo 1 (massima evidenza di cancerogenicità).
Parallelamente agli obblighi normativi, Regione Piemonte e ARPA Piemonte hanno lanciato una campagna informativa per sensibilizzare i cittadini sul tema Radon e coinvolgerli nella misurazione. Nel 2024 è stato avviato un ciclo di incontri pubblici intitolato “Il gas Radon nelle abitazioni: cos’è e come difenderci”, rivolto ai cittadini delle aree a rischio. Nel corso degli eventi, i tecnici ARPA hanno illustrato cos’è il Radon, quali i rischi per la salute, come misurarlo e ridurne la concentrazione negli edifici (la notizia nel quotidiano Il Biellese).
Questi incontri divulgativi sono stati organizzati in varie zone del Piemonte, dando priorità alle province con comuni inseriti nelle 37 aree prioritarie.
Puoi consultare la mappa interattiva di ARPA Piemonte a questo link:
👉 Trova la concentrazione di Radon nel tuo Comune
La mappatura del Radon è costantemente aggiornata con la progressiva disponibilità di nuove misure. Pertanto i valori sotto riportati possono subire aggiornamenti, anche significativi, dovuti alla rielaborazione dei dati sperimentali e alla miglior conoscenza del territorio. Ciò vale in particolare per quei Comuni dove il dato è stato stimato tramite modelli e non si basa su misure dirette.
Un aspetto fondamentale delle iniziative recenti in Piemonte è il coinvolgimento delle scuole e dei giovani nei progetti sul Radon. ARPA Piemonte ha orientato una parte delle attività didattiche proprio su questo tema, anche in risposta alla pubblicazione delle nuove mappe Radon. L’idea è di sensibilizzare i giovani sulle radiazioni naturali e educarli alla prevenzione dei rischi ambientali.
Anche altri enti di ricerca hanno organizzato eventi educativi sul Radon in Piemonte. Il 7 novembre 2024, in occasione dell’European Radon Day [ Nota Dario: seguirà articolo ], la sezione torinese dell’Istituto nazionale di fisica nucleare ha coinvolto circa 500 studenti delle scuole superiori in seminari e attività sperimentali dedicate alla radioattività naturale, con particolare attenzione al Radon[39]. Questa partecipazione rientra nel progetto nazionale RadioLab, che ha l’obiettivo di comprendere meglio “quanto il gas Radon tocchi da vicino la nostra quotidianità e salute” .
Segnaliamo anche importanti collaborazioni con il mondo accademico e della ricerca. Un esempio è il rapporto consolidato tra ARPA Piemonte e il Politecnico di Torino, formalizzato tramite un Accordo Quadro di cooperazione rinnovato nell’aprile 2025.
L’accordo quinquennale prevede iniziative congiunte su ambiti scientifici di interesse comune, tra cui il monitoraggio di variabili ambientali e il supporto alla pianificazione territoriale. Nell’ambito della cooperazione, rientrano sia progetti di ricerca applicata (condivisione di dati, partecipazione a bandi nazionali ed europei, sviluppo di nuove tecnologie di monitoraggio) sia attività di formazione avanzata (tesi di laurea, dottorati, tirocini e seminari specialistici) inerenti alla protezione ambientale.
Tematiche come il rischio Radon e la radioprotezione ambientale fanno parte degli “interessi condivisi” citati nell’accordo, costituendo potenziali aree di lavoro congiunto tra i ricercatori del Politecnico e gli esperti ARPA.
Infine, menzioniamo anche il contributo dei soggetti privati – aziende specializzate e professionisti – in Piemonte, ricordando che in 37 comuni piemontesi sono estesi gli obblighi di monitoraggio nei luoghi di lavoro. Professionisti e aziende svolgono un ruolo complementare a quello delle istituzioni, aiutando a diffondere le informazioni sul Radon.
Segnaliamo anche l’impegno di associazioni professionali: ad esempio l’Ordine dei Geologi del Piemonte, che invita i geologi a considerare il rischio Radon nelle valutazioni del sottosuolo, e l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) promuovono corsi di formazione specifici sulla diagnostica e bonifica del Radon, talvolta ospitati proprio in Piemonte.
Queste iniziative testimoniano una crescente attenzione trasversale: non solo il settore pubblico, ma anche imprese e professionisti locali stanno assumendo un ruolo attivo nella “cultura della protezione dal Radon”, diffondendo competenze e servizi che contribuiscono a rendere più sicuri gli ambienti di vita e di lavoro.
Sul territorio piemontese, le concentrazioni elevate di radon non sono uniformi: due edifici nello stesso Comune possono avere situazioni molto diverse. Per questo motivo noi di Protezione Radon proponiamo una modalità di intervento su tre livelli:
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Nella città di Torino abbiamo realizzato un impianto di risanamento del Radon presso una casa indipendente con seminterrato e piano terra.
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