Il Radon è pericoloso perché il suo nucleo atomico è instabile e, decadendo spontaneamente, emette radiazioni ionizzanti. Nell’aria, quando il radon decade, si trasforma in elementi metallici radioattivi chiamati “prodotti di decadimento” o “figli del radon”; principalmente polonio, bismuto e piombo.
Questi elementi non sono gas, ma particelle solide estremamente piccole che tendono ad aderire alla polvere presente nell’aria.
Respirando, introduciamo inconsapevolmente queste particelle radioattive nei nostri polmoni. Una volta depositate, continuano a decadere, emettendo radiazioni che possono danneggiare direttamente le cellule del tessuto polmonare e aumentare il rischio di sviluppare tumori, soprattutto il cancro al polmone.
Per questo motivo, l’esposizione prolungata al Radon presente negli ambienti chiusi come abitazioni, scuole e luoghi di lavoro costituisce un serio rischio per la salute, che va monitorato e ridotto attraverso opportune azioni di prevenzione e bonifica.
Il Radon appartiene al gruppo 18 della tavola periodica, quello dei cosiddetti “gas nobili”, come elio, neon, argon, kripton e xeno). In chimica, il termine “nobile” identifica elementi chimicamente molto stabili o inerti, cioè elementi che hanno una scarsissima tendenza a reagire con altre sostanze.
La ragione di questa stabilità è la loro configurazione elettronica: tutti i gas nobili hanno il guscio elettronico più esterno completo (il cosiddetto “ottetto elettronico”). Questa configurazione completa rende il Radon chimicamente inerte, cioè praticamente incapace di formare composti con altri elementi.
Tuttavia, il Radon è definito radioattivo perché il suo nucleo è instabile e decade spontaneamente, emettendo radiazioni ionizzanti che lo trasformano progressivamente in altri elementi, principalmente polonio, bismuto e piombo.
Stabilità | Stato | Conseguenze |
---|---|---|
Chimica (elettroni) | Stabile (inerte) | Non reagisce facilmente con altre sostanze |
Nucleare (nucleo) | Instabile (radioattivo) | Decade spontaneamente emettendo radiazioni |
Per approfondire, puoi consultare la pagina dedicata ai gas nobili su Wikipedia.
NO → Se apri le finestre e cambi l’aria all’interno degli ambienti dove vivi, elimini la presenza del Radon soltanto per qualche ora. Il Radon, se presente nelle pareti domestiche in concentrazioni da misurare), quando apri le finestre “esce” dalla casa temporaneamente. Il Radon sale dal sottosuolo costantemente e quindi una volta chiuse le finestre si ripresenterà la situazione pericolosa. E certamente non potrai tenere le finestre sempre aperte.
La finestra spalancata non è risolutiva. Il Radon risale dal terreno da circa 5 milioni di anni (vedi Storia del gas Radon di Alessandro Cornaggia). Il “cambio d’aria” può portare sollievo solo per basse concentrazioni di Radon ma solo per un periodo limitato. Aprire le finestre è quindi solo una raccomandazione per cambiare l’aria nell’appartamento.
NO → Perché i sistemi di ventilazione forzata sono pensati per garantire una buona qualità dell’aria negli ambienti domestici o di lavoro. Non funzionano e non risolvono alla radice il problema della sua presenza domestica.
Possono essere utilissimi in specifiche situazioni e comunque in presenza di basse concentrazioni di Radon. Se l’edificio presenta cappe, intercapedini, coibentazioni, infissi, materiali come tufo o granito, pavimenti radianti, stufe … non solo non risolve ma potrebbe aggravare il problema.
NO → Il vespaio aerato non risolve il problema del Radon perché la curva di risalita del gas Radon è condizionata da moltissimi fattori. Una buona aerazione sicuramente aiuta e attenua ma non ci garantisce con certezza. È sempre opportuno misurare gli ambienti domestici.
Il vespaio aerato è progettato principalmente per limitare l’umidità di risalita dal terreno, non per impedire al Radon (un gas radioattivo naturale) di entrare nell’edificio. Il Radon può attraversare:
Sì. Puoi usare un Kit di misurazione tra i diversi modelli disponibili in commercio (es. CR-39) e ottenere una misurazione iniziale, meglio se acquisti uno strumento attivo che registra i dati e non solo la media.
NO → È soltanto una valutazione preliminare, una prima misura per prendere consapevolezza del problema. Attenzione però ai falsi negativi: se i Kit non sono stati posizionati in modo capillare, oppure perché la misurazione non ha tenuto conto della stagionalità del Radon o perché non sono stati utilizzati per un periodo adeguato.
Sono molte le variabili da conoscere e “incrociare” per una lettura accurata dei dati raccolti dal Kit di misurazione del Radon.
Certamente, sia brevi per la valutazione del rischio, sia a lungo termine (per un anno) ai sensi delle vigenti normative. Inoltre misuriamo le concentrazioni del gas Radon in aria in qualsiasi tipo di ambiente e di edificio (ville, appartamenti, uffici, capannoni industriali, laboratori, edifici commerciali, cantine…) e nel terreno per nuove costruzioni. Effettuiamo misurazioni Short term con strumenti elettronici in qualsiasi periodo dell’anno.
Siamo specializzati anche in misurazioni Radon in ambienti termali e Spa.
Quando posso misurare il Radon in aria? In quale ambiente? La misurazione è sempre possibile, quando gli ambienti dell’edificio sono sigillati, cioè quando hanno infissi e i pavimenti intatti. Nel caso in cui fossero stati effettuati interventi preliminari/esplorativi di un’impresa edile o si tratti di un rudere, allora è necessario misurare la quantità di gas Radon sotto l’edificio, con una o più perforazioni per l’inserimento di una sonda di misurazione istantanea.
Questa modalità di misurazione del Radon è utilizzata per la valutazione del rischio e per predisporre eventuali tecniche di mitigazione della risalita di Radon nell’immobile.
In Italia oltre 3.200 decessi ogni anno per cancro al polmone sono attribuibili al Radon (tra il 3% e il 14%). Una persona su tre è sensibile al Radon e i bambini lo sono 10 volte in più rispetto agli adulti.
Il Radon è classificato come gas cancerogeno del gruppo 1 ed è la prima causa di cancro al polmone per i non fumatori e la seconda per i fumatori. Il rischio per i fumatori è 25 volte più alto, ma è cancerogeno anche per esposizioni prolungate a concentrazioni di Radon medio-basse, non superiori a 20 Bq/m3.
L’Organizzazione Mondiale della Salute raccomanda di vivere in ambienti confinati (chiusi) con una concentrazione non superiore ai 100 Bq/m3 (WHO handbook on indoor Radon: a public health perspective – World Health Organization, 2009).
Studi medici hanno confermato che non è possibile individuare un valore soglia di concentrazione di gas Radon nelle abitazioni al di sotto del quale il rischio sia considerabile nullo. Anche per esposizioni prolungate a concentrazioni medie o basse di Radon, ovvero concentrazioni non superiori a 200 Bq/m3, si assiste a un incremento statisticamente significativo del rischio di ammalarsi.
Ambienti come le scuole utilizzano spesso per mense, palestre, teatri o laboratori, aule interrate o semi-interrate, cioè luoghi dove il gas Radon può risalire con più facilità. Le donne in gravidanza o che allattano, gli anziani e chi soffre di altre patologie sono i soggetti maggiormente a rischio.
Il gas Radon tende ad accumularsi naturalmente negli ambienti chiusi o poco aerati, specie quelli interrati, seminterrati o comunque a contatto diretto con il terreno, possono avere punti in cui il Radon penetra all’interno.
Una volta all’interno, il gas può accumularsi, specialmente se l’ambiente è poco aerato. Alte concentrazioni di Radon possono rappresentare un rischio per la salute, poiché l’esposizione prolungata al Radon è stata associata a un aumento del rischio di cancro ai polmoni.
Per questo motivo, in molte regioni italiane vengono effettuati test di misurazione e diagnosi del gas Radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, in particolare quando si vendono o acquistano immobili, per assicurarsi che i livelli siano al di sotto delle soglie raccomandate e, se necessario, prendere misure per risanare gli ambienti domestici o i luoghi di lavoro.
Il fenomeno è più significativo quanto maggiore è la differenza di temperatura tra interno ed esterno dell’edificio. La concentrazione è variabile a seconda delle condizioni meteorologiche e può presentare sensibili variazioni sia giornaliere che stagionali. Per questa ragione è preferibile misurare la concentrazione di gas Radon per un periodo prolungato e comunque in base alla tipologia di strumentazione impiegata.
La risalita del gas Radon dal suolo avviene per effetto della lieve depressione causata essenzialmente dalla differenza di temperatura in cui viene a trovarsi l’interno dell’edificio rispetto all’esterno per un fenomeno conosciuto come “effetto camino”.
Tale depressione provoca un “risucchio” dell’aria esterna, anche dal suolo, attraverso intercapedini e fessure degli immobili e giunge negli ambienti interni dove si accumula in presenza di insufficiente areazione. La differenza di pressione può essere inoltre accentuata da fattori quali:
Il Radon (Rn) è un gas nobile (inerte) e radioattivo di origine naturale, inodore, incolore e insapore e tende ad accumularsi negli ambienti chiusi, specie quelli interrati o comunque a contatto diretto con il terreno.
Il Radon si disperde nell’aria ed è inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai nostri sensi. Non viene assorbito direttamente dai polmoni ma, nel processo di decadimento una serie di isotopi radioattivi in forma solida, in particolare Polonio e Bismuto si uniscono al pulviscolo presente nell’aria e quando inalati, si fissano nei polmoni dove emettono radiazioni Alfa, dannose per il tessuto polmonare causando il cancro al polmone.
Maggiore è la concentrazione di Radon in aria e il tempo di permanenza in quell’ambiente, maggiori sono i rischi per la salute delle persone.
Per approfondire, visita la sezione del sito dedicata al gas Radon: caratteristiche, storia, mappe e test online.
Il D.lgs nr. 101 del 31/07/2020 e s.m.i. ha fissato a 300 Bq/m3 all’articolo 12 il limite di concentrazione media annua di Radon nell’aria per i seminterrati, interrati e piani terra di pertinenza di attività produttive.
La radioattività ☢ del Radon si misura in Becquerel (Bq), dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria si esprime in Bq/metro cubo, indicando così il numero di trasformazioni al secondo che avvengono in un metro cubo d’aria. ☛ Fonte: Istituto Superiore di Sanità
Sì, abbiamo una consolidata esperienza in tutte le Regioni. Ci occupiamo di misurazioni e risanamenti dal 2009. Disponiamo degli strumenti per misurare la concentrazione di gas Radon ☢ indoor in tutte le diverse tecniche conosciute: rivelatori a tracce, elettreti, rivelatori ad integrazione elettronica e monitor istantanei a scintillazione atomica.
Nella sezione “Interventi” presentiamo una selezione dei nostri interventi di diagnosi, misurazione e risanamento, eseguiti in quasi tutte le regioni d’Italia, da Nord a Sud.
Sei al sicuro dai pericoli del Radon?