Il Radon è un gas inquinante presente ovunque ed è un problema sanitario solo quando è presente negli ambienti chiusi: il cosiddetto radon indoor.
Se il gas radon penetra in un ambiente chiuso (confinato), tenderà ad accumularsi raggiungendo livelli tali da rappresentare un rischio per la salute delle persone. Il Radon pesa otto volte più dell’aria: questa inerzia chimica ne favorisce la permanenza e l’accumulo negli ambienti interni di un edificio, come appartamenti, uffici, negozi, officine, anche scuole. Se il gas Radon, prodotto dal suolo e dalle rocce, fuoriesce e si disperde nell’atmosfera, la sua concentrazione risulta talmente bassa da non costituire un rischio per la salute.
Concentrazioni elevate di gas Radon sono dannose per la salute delle persone. La direttiva EURATOM 59/2019 recepita dal D.Lgs del 31/07/2020 stabilisce i livelli di concentrazione del Radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro:
Il Becquerel (Bq) è l’unità di misura della radioattività, definita come numero di decadimenti per secondo.
Il progenitore del Radon è l’uranio, un elemento largamente presente in natura, tuttavia diventa di particolare interesse da un punto di vista sanitario solo quando è presente negli ambienti confinati: il cosiddetto Radon indoor.
Il Radon è un prodotto del decadimento radioattivo della catena dell’uranio, un gas nobile prodotto dalla «disintegrazione radioattiva» del radio contenuto nelle rocce. Si osserva infatti che in natura sono presenti alcuni atomi chiamati instabili per la loro proprietà di trasformarsi in altri atomisenza influssi esterni, cambiando in questo modo la loro identità in altri elementi chimici. Questa trasformazione è chiamata nel linguaggio scientifico «disintegrazione radioattiva» o semplicemente «radioattività». Gli atomi che si formano si chiamano «elementi radioattivi».
Nel caso particolare, la disintegrazione naturale dell’uranio dà luogo, tramite una serie di prodotti intermedi, al Radio e successivamente al Radon. A differenza dei suoi precursori nella catena radioattiva, che permangono nella crosta terrestre, il gas Radon ha la possibilità di muoversi tra i pori dei materiali solidi, di essere trasportato in superficie e di raggiungere l’atmosfera.
Gli atomi di Radon possono disintegrarsi ulteriormente formando, per decadimento, atomi figli di Polonio, Piombo e Bismuto. I figli del Radon, come sono anche chiamati questi prodotti di decadimento, sono atomi radioattivi presenti nell’aria. Grazie alla loro proprietà di essere carichi positivamente e chimicamente attivi, reagiscono molto velocemente sia con vapori-gas presenti nell’atmosfera, diventando piccole particelle, sia attaccandosi facilmente alle particelle di aerosol già presenti nell’atmosfera.
Pertanto si osserva che la frazione maggiore dell’esposizione alla radiazione naturale si deve all’inalazione del gas Radon e dei suoi prodotti di decadimento, che sono presenti in atmosfera e, in concentrazioni più elevate, nell’aria degli ambienti chiusi: abitazioni e luoghi di lavoro.
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Le principali fonti di inquinamento da Radon all’interno degli ambienti confinati sono:
Il Radon prodotto nel suolo è in grado di diffondersi fino ad arrivare in superficie. Un terreno ghiaioso o ricco di fessurazioni consentirà al gas di muoversi con facilità attraverso gli strati rocciosi, mentre gli strati argillosi ricchi di acqua presenteranno una certa resistenza al suo passaggio.
I materiali da costruzione solitamente rappresentano una fonte di radon indoor di secondaria importanza rispetto al suolo; tuttavia in alcuni casi possono essere la causa principale. Alcune rocce come graniti e porfidi, spesso usati in edilizia e alcuni materiali da costruzione tipici italiani, come il tufo e la pozzolana, contengono infatti un alto tenore di uranio, progenitore del radon.
La fonte principale del Radon nelle abitazioni sono le fondamenta della costruzione. Il gas si propaga dall’interno della terra attraverso la roccia e il terreno fino alla superficie. La quantità di radon che si forma nelle rocce e nel suolo dipende strettamente dal loro contenuto di uranio e radio. Da un punto di vista geologico, la distribuzione di questi due elementi nel suolo varia in funzione del tipo di roccia o di terreno in base al luogo ed alle modalità di formazione. Il contenuto di radio e il tipo di deposito roccioso influenzano la concentrazione di radon nel terreno edificabile.
Il Radon si disperde nell’aria ed è inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai nostri sensi. Non viene assorbito direttamente dai polmoni ma, nel processo di decadimento una serie di isotopi radioattivi in forma solida, in particolare Polonio e Bismuto si uniscono al pulviscolo presente nell’aria e quando inalati, si fissano nei polmoni dove emettono radiazioni Alfa, dannose per il tessuto polmonare causando il cancro al polmone.
Maggiore è la concentrazione di Radon in aria e il tempo di permanenza delle persone in quell’ambiente, maggiori sono i rischi per la salute. In Italia oltre 3.200 decessi ogni anno per cancro al polmone sono attribuibili al Radon (tra il 3% e il 14%). 1 persona su 3 è sensibile al Radon e i bambini sono più sensibili 10 volte in più rispetto ad un adulto.
La risalita del gas Radon dal suolo avviene per effetto della lieve depressione causata essenzialmente dalla differenza di temperatura in cui viene a trovarsi l’interno dell’edificio, rispetto all’esterno per fenomeni quali l’effetto camino.
Tale depressione provoca un “risucchio” dell’aria esterna, anche dal suolo, attraverso intercapedini e
fessure degli immobili e giunge negli ambienti interni dove si accumula in presenza di insufficiente
areazione. Il fenomeno è più significativo quanto maggiore è la differenza di temperatura tra interno ed esterno dell’edificio.
La concentrazione è variabile a seconda delle condizioni meteorologiche e può presentare sensibili
variazioni sia giornaliere che stagionali. La differenza di pressione può essere accentuata da fattori quali:
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