Prevenzione dell’esposizione al gas radon: il ruolo delle istituzioni

13 Dicembre 2023

Breve guida alle risorse sulla prevenzione del gas Radon e al ruolo delle istituzioni in Italia a oggi.

Mettiamocelo in testa: il gas Radon è uno dei principali agenti di rischio ambientale per la salute umana. Questo dato, purtroppo, è ancora sottovalutato da gran parte della popolazione. Ecco perché le istituzioni si stano muovendo per informare e attuare una campagna di prevenzione e messa in sicurezza delle cosiddette “aree a rischio” già identificate.

Vediamo insieme cosa si sta muovendo e come.

Cos’è il gas radon?

Il Radon, non ci stancheremo mai di ribadirlo, è un gas subdolo perché è incolore e inodore, impossibile da individuare senza gli adeguati strumenti. È un sottoprodotto della disintegrazione naturale dell’uranio, un metallo pesante presente nel terreno, nelle rocce e nelle acque sotterranee quindi radioattivo. Il Radon può accumularsi all’interno degli spazi chiusi di case, edifici, scuole e luoghi di lavoro.

In Italia, come in molte altre parti del mondo, il Radon è una preoccupazione significativa a causa dei suoi effetti dannosi sulla salute e della sua presenza diffusa in diverse aree.

Pericoli per la salute

L’esposizione prolungata al Radon è associata a un aumento del rischio di cancro ai polmoni. Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si parla di oltre 3000 casi di tumore polmonare ogni anno. L’inalazione di particelle radioattive emesse dal gas Radon può danneggiare il tessuto polmonare, causando mutazioni cellulari e aumentando il rischio di sviluppare la malattia.

Secondo le valutazioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), il radon è classificato come cancerogeno di classe 1, ovvero un agente altamente neoplastico per l’uomo.

Presenza in Italia

In Italia, il gas Radon è presente in varie concentrazioni a seconda delle caratteristiche geologiche di diverse regioni. Le zone con concentrazioni più elevate sono quelle interessate dalla presenza di rocce che contengono maggiori quantità di uranio. Il tufo, ad esempio, è una di queste.

Come mostra la mappa prodotta dall’ISS, quasi tutto il territorio italiano rivela presenza di gas Radon. Tuttavia, l’Istituto Superiore di Sanità tiene a precisare che:

Anche in presenza di mappe, più o meno dettagliate, della concentrazione di radon (disponibili per diverse Regioni), l’unico modo affidabile per conoscere la concentrazione media nella propria abitazione è misurarla con dispositivi e protocolli adeguati.

ISS: mappa del gas Radon nelle regioni italiane

Misurazioni e Prevenzione

La misurazione del radon all’interno degli edifici è infatti fondamentale per valutare e monitorare l’esposizione. Test specifici possono essere effettuati per determinare i livelli di radon presenti in ambienti chiusi.

L’Italia e le sue istituzioni sono sul pezzo: è stato stanziato infatti un fondo da ben 90 milioni di euro (distribuito negli anni dal 2023 al 2031) per finanziare interventi atti a ridurre e prevenire il Radon indoor, a cui si aggiungono altri 30 milioni di euro (da impegnare tra il 2023 e il 2025) per avviare il piano nazionale d’intervento imposto dall’Unione Europea e previsto dalla direttiva 2013/59 Euratom.

In concreto, il fondo da 30 milioni è stato istituito con l’obiettivo di individuare le zone in cui la concentrazione di radon supera la soglia critica di 300 Bq/m3 (il Becquerel è l’unità di misura della sua radioattività). Il fondo da 90 milioni invece, distribuito in 10 milioni all’anno dal 2023 al 2031, è destinato al Ministero dell’Ambiente per finanziare interventi di prevenzione e bonifica del radon indoor.

Il testo di riferimento in materia di gas Radon è il Decreto Legislativo 101/2020 – Titolo IV Capo I, (in aggiornamento e abrogazione del D. Lgs. 230/1995).

I livelli massimi di riferimento sono quelli indicati all’art. 12:

  • 300 Bq/m3 è la concentrazione media annua di radon in aria per le abitazioni esistenti
  • 200 Bq/m3 è la concentrazione media annua di radon in aria per abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024
  • 300 Bq/m3 è la concentrazione media annua di radon in aria per i luoghi di lavoro

La prevenzione dell’esposizione al radon prevede l’adozione di misure preventive come

  • monitoraggio
  • analisi
  • rilevamento geologico

e correttive come:

  • ventilazione migliorata degli ambienti chiusi
  • sigillatura di crepe o fessure nelle fondamenta
  • bonifica del Radon indoor con installazione di sistemi di mitigazione del Radon per ridurne la concentrazione all’interno degli edifici

Lombardia e Radon

La Regione Lombardia è in prima linea sul problema. Il suo portale istituzionale ha un settore dedicato su cui trovare ogni informazione sulla prevenzione dell’esposizione del gas radon negli ambienti indoor.

Di concerto, l’Arpa Lombardia ha pubblicato sul suo sito la mappa delle cosiddette “aree prioritarie a rischio” della regione, con annesso elenco dettagliato dei comuni lombardi interessati, nel rispetto di quanto richiesto dal D.Lgs. 101/2020.

E, sempre in tema di prevenzione, segnaliamo un webinar organizzato da ANCI Lombardia sul tema “Aggiornamento normativo e attuazione delle misure relative alla prevenzione dell’inquinamento da gas Radon” rivolto a sindaci, assessori di competenza, segretari comunali, responsabili di settore e organi ANCI Lombardia.

Arpa Lombardia: abitazioni con concentrazione Radon superiore a 200 Bqm3

Conclusioni

Il gas Radon rappresenta una minaccia per la salute pubblica in Italia e in molte altre parti del mondo. È fondamentale aumentare la consapevolezza su questo problema e adottare misure preventive per ridurre l’esposizione, specialmente negli ambienti in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo.

La collaborazione tra istituzioni, esperti e cittadini è essenziale per mitigare il rischio associato al gas radon e proteggere la salute di tutti.

Noi di Protezione Radon siamo stati e siamo oggi la prima società italiana in grado di offrire la completezza dei servizi per quanto riguarda la problematica del gas Radon indoor.

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